Cos’è il Growth Hacking e come può aiutare le PMI

Cos’è il Growth Hacking e come può aiutare le PMI

Il Growth Hacking si differenzia dal marketing tradizionale per i risultati fulminei che porta dopo un’accurata analisi dei dati.

L’espressione “Growth Hacking” si riferisce alle strategie di crescita che mettono insieme abilità informatiche, conoscenza del marketing, una mole di dati, diversi esperimenti e tanta perseveranza.
Partiamo dal significato del termine inglese:

Growth = crescita
Hacking = “pirateria” o “attacco”

Quindi Growth Hacking si può tradurre con “pirateria della crescita” o “attacco alla crescita”!
Infatti, spiegato in parole semplici è proprio questo, una scalata fulminea e costante verso la crescita partendo dai dati.

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Il Growth Hacking appare particolarmente interessante agli imprenditori di piccole e medie imprese perché, se fatto bene, con un investimento limitato può trasformare le sorti di un brand rapidamente con l’acquisizione di nuovi clienti o migliorando l’efficacia della strategia marketing.

Differenza fra Growth Hacking e Marketing tradizionale

Secondo il Growth Hacking, per scatenare la crescita esponenziale bisogna fare esperimenti su diversi canali digitali per penetrare a fondo nel meccanismo e comprendere come raggiungere i migliori risultati possibili.
È fondamentale svolgere questi esperimenti sui canali che portano i visitatori al tuo sito o al tuo prodotto specifico per scoprire cosa spinge (o trattiene) gli utenti a usare il prodotto regolarmente. Questo passaggio è fondamentale per stabilire una crescita a lungo termine.


Il marketing tradizionale è un cappello sotto il quale esistono le prime tecniche pubblicitarie come vendite via telefono, sviluppo della percezione di un brand, cartelloni pubblicitari, spot TV etc…
Il Growth Hacking è invece strettamente legato ai canali digitali e permette di analizzare la performance di un prodotto molto più velocemente e in maniera più esaustiva attraverso strumenti come: Google Ads, l’interfaccia utente, il web design, la partecipazione del pubblico sui social network e molto altro.
Su questi canali si possono condurre test diversi in diversi momenti per capire cosa attrae il pubblico e guidare il brand verso la crescita a una velocità impensabile con il marketing tradizionale.

I 7 principi chiave del Growth Hacking

1. Sperimentazione

Esistono moltissime piattaforme per l’analisi dei dati attraverso le quali comprendere la mente degli utenti.
I test A/B, destinati solo ad alcuni utenti, sono molto frequenti per provare funzionalità nuove di prodotti, sito web e pubblicità, così da capire in anticipo se ciò che noi consideriamo un cambiamento positivo sarà percepito alla stessa maniera dalla maggior parte degli utenti.

2. Ripetizione

Una strategia di successo richiede che gli esperimenti non siano svolti solo una volta bensì più e più volte. Il procedimento ideale è:
esperimento ➡️ responso ➡️ cambiare gli aspetti negativi ➡️ rinsaldare i punti di forza ➡️ testare nuovamente

3. Andare al massimo

Più sono gli esperimenti che si riescono ad effettuare, più saranno i dati a tua disposizione. Più dati riesci ad analizzare e più precise saranno le tue valutazioni per far crescere l’azienda.

4. Team interfunzionali

La crescita non dipende da una persona sola (il Growth Hacker) ma da un team che lavora insieme. L’unione fa la forza, per questo la strategia deve essere condivisa con le varie figure che si affacciano nel processo di crescita: chi si occupa di analizzare i dati, chi di sviluppare il prodotto e chi della pubblicità.

5. Metrica di riferimento

Fra tutte le metriche misurate, ce ne deve essere una che più si avvicina al valore che gli utenti ricevono dal prodotto. Quella sarà la metrica di riferimento per la tua attività.
Il portale Airbnb, ad esempio, usa come metrica di riferimento il numero di notti prenotate perché dà valore sia agli ospitati che agli ospitanti.

6. Feedback degli utenti

I numeri sono importanti ma non dimentichiamoci di parlare con le persone! Bisogna chiedere agli utenti: cosa avete amato/odiato del prodotto? Cosa cambiereste?
Sia i feedback qualitativi che quantitativi sono estremamente utili, a volte la chiave di svolta si trova in una singola recensione.

7. Il momento della verità

Questo è il momento che ripaga dal duro lavoro, la parte finale del viaggio degli utenti: quando essi capiscono l’utilità del vostro prodotto/servizio e pensano “Ah! Mi piace e ne ho bisogno!”.
Questo momento si può raggiungere in diversi step, dipende dal tipo di prodotto che si vende. Ma sapremo che sarà accaduto perché è quando potremo chiamare il nostro contatto “cliente”, la cosiddetta conversione dei lead.

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